SEMPLICE IPOTESI DI VITA

Presta la tua mano alle tue paure che arretrano

lungo lo scivolio marmoreo d'un diaframma incolto

che poi giunge pizzicando lo spigolo del tuo cantuccio

e senza averlo posseduto t’infonde Primavera

mentre carichi dei campanelli di neve

al pareo tremulo del pannello serale

che sporge più evidente il bradisismo rimuginante dei tuoi occhi

Senza parlare sorridi a te stessa,  vorresti essere in grembo al sole

ma in tasca conservi un suo lapsus,  andando a spasso

e macini un po’ di speranza che non si pieghi alla tristezza

su per gli spalti della magia, cunei inappagati

che ti condividono a palme brade da reinventare

e sembri essere volta da quel muretto bianco

Non ti curare dell'odio di un'altra sera

che pianta in cuore ostacoli inesistenti

e muta le tue idee in ipotesi di spari

Non ti curare ma guardati intorno per lottare il chiuso fulmineo

perché ci sarà la pace, ci deve essere,

ci salverà, piccola d’acchito,  ma con anelli rosei,  moltiplicati d'amore

lungo un tunnel che si dispone al presente

come serie di bobine sviluppate dallo sguardo

ardenti di vivere per un volo sincero

senza quella fretta che scavalca i silenzi

per capire di non essere chiazze inerti ai ghigni del vento,  

bandendo il grezzo di una mano deserta

e volendo dimenticare la paura con il nostro sorriso

ma senza la droga… nera. Ciao.

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